Presentazione del rapporto Asvis “Il Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza, la Legge di Bilancio 2021 e lo sviluppo sostenibile”

Presentazione del rapporto Asvis “Il Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza, la Legge di Bilancio 2021 e lo sviluppo sostenibile”
22 Marzo 2021 accademia

II 9 marzo l’Alleanza italiana per lo Sviluppo Sostenibile ha presentato il rapporto “Il Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza, la Legge di Bilancio 2021 e lo sviluppo sostenibile”. Lo studio, realizzato da più di 800 esperti del settore, analizza il PNRR e la Legge di Bilancio alla luce dei target individuati dall’Agenda 2030 al fine di formulare proposte per la modifica del Piano che possano accelerare la transizione sostenibile e rispettare i criteri posti dall’UE all’interno del Next Generation EU. Come rimarcato dall’Asvis, gli SDGs (Sustainable Development Goals) rappresentano un ottimo strumento per l’elaborazione di un PNRR “sistemico e coerente”, poiché possono essere utilizzati nella valutazione e verifica dei risultati raggiunti.

Ma cos’è il Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza e quali sono i criteri europei?

Il PNRR, approvato il 12 gennaio dal Consiglio dei ministri, è il programma di investimenti, il cui valore ammonta a 210 miliardi, che l’Italia deve presentare alla Commissione europea entro il 30 aprile nell’ambito del Next Generation EU. La Commissione avrà a disposizione 8 settimane per valutare i piani di ciascun paese, mentre il Consiglio europeo, una volta acquisita l’approvazione della Commissione, avrà 4 settimane per fornire la sua decisione finale. Pertanto, il PNRR presentato dal Consiglio dei ministri non è ancora definitivo e necessita dell’approvazione da parte delle due Camere.

Come previsto dalla Commissione, i piani presentati dagli stati membri dovranno rispecchiare i pilastri della policy condivisa a livello europeo, ovvero: transizione verde; trasformazione digitale; crescita intelligente, sostenibile e inclusiva; coesione sociale e territoriale; salute e resilienza economica, sociale e istituzionale; politiche per la prossima generazione. Oltretutto, vi sono dei criteri che condizionano l’allocazione dei fondi: il 37% dei fondi alla transizione verde e il 20% alla trasformazione digitale. Tra i criteri posti dall’Ue figura anche la richiesta che le “azioni di breve termine siano motivate da obiettivi a lungo termine”, evidenziando dunque l’importanza del principio di equità intergenerazionale nel processo di policy making.

L’Asvis ha analizzato e valutato il PNRR seguendo le sei aree di intervento in cui esso si struttura, trattando anche la Legge di Bilancio 2021 complementare al Piano.

  • Transizione verde: l’obiettivo proclamato dal Parlamento europeo è quello di progredire verso un modello “che restituisca al pianeta più di quanto prenda” al fine di ripristinare gli ecosistemi degradati del 30% entro il 2030. Secondo il rapporto, la principale criticità che emerge nel PNRR è la mancanza di una “visione strategica” che riesca a rispondere alle sfide proposte dall’Accordo di Parigi e dai target europei. Il Piano non indirizza abbastanza investimenti verso le fonti di energia rinnovabile e la decarbonizzazione dell’industria, dell’edilizia e dei trasporti. Per quanto riguarda il settore agroalimentare, c’è bisogno di un allineamento a due importanti pilastri del European Green Deal: Strategia Farm to Fork che mira a rendere la produzione e il consumo alimentare sostenibile e Biodiversità 2030 per il ripristino degli ecosistemi degradati. Occorre anche una più veloce transizione verso l’economia circolare e riforme per diffondere la cultura della sostenibilità tra i cittadini.
  • Transizione digitale: gli interventi proposti dal Piano si dimostrano in linea con le proposte avanzate da Asvis, ma risultano ancora incomplete per quanto riguarda il tema della connettività dedicata in sede d’impresa che andrebbe a completare le norme Industria 4.0/ Transizione 4.0. Occorre un maggior allineamento alle strategie Ue legate alla digitalizzazione.
  • Crescita intelligente, sostenibile e inclusiva: emergono numerosi interventi apprezzabili sia all’interno del PNRR che nella Legge di Bilancio. Tuttavia, servirebbero riforme più organiche che guardino al medio-lungo periodo e non soltanto al breve. Occorre riconoscere la rilevanza del settore culturale che è stato duramente colpito dalla crisi e rappresenta un segmento economico chiave per la ripresa nazionale.
  • Coesione sociale e territoriale: il rapporto mette in luce come nel PNRR non vi sia un piano organico per far fronte alla povertà e alle disuguaglianze, con particolare riguardo a quelle di genere. L’Italia si presenta al di sotto della media europea per le disuguaglianze di genere. Al fine di colmare questo gap occorre introdurre una normativa per favorire l’occupazione e la leadership femminile, inserendo anche indicatori per la Valutazione dell’Impatto di Genere ex ante ed ex post. Per quanto riguarda il welfare, c’è la necessità di una riforma organica che sia in grado di assicurare la protezione sociale in maniera universale differenziando le specifiche esigenze. Visto anche il momento di grave crisi economico-sociale che il paese sta affrontando, viene segnalata l’esigenza di creare strumenti d’emergenza come un piano di riserva per i momenti di crisi.
  • Salute e resilienza economica, sociale e istituzionale: in riferimento al sistema sanitario, la Legge di Bilancio mira ad elargire fondi per fronteggiare la crisi pandemica incrementando il personale sanitario e il Piano vaccinale. Tuttavia, manca un approccio che “tenga conto dell’interazione tra malattie e contesto di vita” e che ponga maggiore attenzione alle fasce della popolazione più deboli. Nell’ambito sociale si notano provvedimenti positivi soprattutto per quanto riguarda il miglioramento dell’efficienza dell’amministrazione giudiziaria e le condizioni di detenzione per i soggetti fragili. D’altro canto, l’aumento degli investimenti in armamenti e l’insufficiente stanziamento di fondi destinati alla cooperazione internazionale, previsti sia dalla Legge di Bilancio che dal PNRR, si pongono in contrasto con quanto previsto dall’obiettivo 16 “Pace e Giustizia” dell’Agenda 2030.
  • Politiche per la prossima generazione: si osserva l’assenza di misure sufficientemente efficaci per favorire l’occupazione giovanile che possano incidere sull’abbassamento del livello di giovani NEET (non lavorano, non studiano, non si formano) tra i più alti d’Europa. L’Asvis sottolinea come sia necessario implementare piani come Garanzia giovani, l’Agenda europea delle competenze e il Piano d’azione per l’istruzione digitale al fine di favorire l’inserimento dei giovani nel mondo del lavoro e come al contempo occorra aumentare gli investimenti in istruzione, ricerca e formazione incentivando l’imprenditorialità femminile.

Al di là delle singole aree di intervento, le principali problematicità del PNRR sono rappresentate dalla mancata formulazione di indicatori qualitativi e quantitativi che possano contribuire al raggiungimento degli obiettivi previsti dal Piano entro il termine del 31 agosto 2026 e dunque incidere sull’efficacia delle policy adottate, dall’assenza di un richiamo alle raccomandazioni previste dal Semestre europeo, nonché dal mancato allineamento ai nuovi target climatici europei.

di Klaudia Ziemniak

Fonti: https://asvis.it/public/asvis2/files/Pubblicazioni/Rapporto_ASviS_Pnrr_e_Legge_Bilancio_2021.pdf

 

0 Commenti

Lascia una risposta

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *

*