Il SID di Gorizia, tra prestigiosa eredità e sfide per il futuro

Il SID di Gorizia, tra prestigiosa eredità e sfide per il futuro
5 Aprile 2021 accademia

Da oltre 30 anni a Gorizia è presente un’istituzione che proprio in questa città ha deciso di sorgere e cercare di dare un forte contributo culturale sul territorio. Nel 1989, infatti, l’Università degli Studi di Trieste ha aperto il corso di Scienze Internazionali e Diplomatiche, da molti conosciuto come SID, presso l’ex seminario minore in via Alviano. Fu il primo corso di laurea pubblico dedicato alla formazione dei futuri quadri della diplomazia italiana, in una sede che stava diventando nel suo piccolo testimone del cambiamento epocale del contesto globale a poche centinaia di metri dal confine sloveno, allora jugoslavo.

All’inaugurazione ufficiale l’8 gennaio 1990 venne conferita la laurea honoris causa a Giulio Andreotti, allora Presidente del Consiglio dei Ministri, che ci tenne ad esprimere per l’occasione la propria “soddisfazione perché, oltre a costituire riconoscimento della vitalità, della ricchezza di fermenti, del patrimonio culturale di una città che ci è cara, offre testimonianza concreta ed operante di un disegno, di cui si vanno facendo ogni giorno più evidenti i contorni, di un’Europa senza frontiere, senza divisioni e senza ostacoli alla libera circolazione i uomini e di idee. […] Questa regione di confine, questa nostra Gorizia, queste popolazioni così operose meglio di altre possono comprendere il significato della libertà, della circolazione delle idee, dell’aspirazione al superamento delle divisioni in una visione di sintesi che non avvilisce i singoli particolarismi, ma anzi, li esalta.”

Lo statista ebbe inoltre l’occasione di tenere un corso semestrale in Relazioni Internazionali nel 1992, mentre altri titoli ad honorem vennero successivamente conferiti al Ministro degli Affari Esteri dell’URSS Eduard Shevardnadze, il Vicesegretario delle Nazioni Unite Giandomenico Picco, il Dalai Lama Tenzin Gyatso ed il Patriarca di Costantinopoli Bartolomeo I.

Il SID trova in Gorizia il terreno fertile che porta a farne fiorire il prestigio. Vi è una forte presenza di domande da tutta Italia, ma anche dall’estero, per contendersi la graduatoria da 120 posti all’anno, un numero limitato che offre agli studenti un ambiente di nicchia dove condividere le proprie opinioni ed esperienze sia dentro il polo universitario, che nella città ospite. Nascono, quindi, diverse associazioni quali ASSID (Associazione degli studenti di Scienze Internazionali e Diplomatiche) e la redazione di Sconfinare, e sorgono le sezioni regionali di MSOI (Movimento studentesco per le organizzazioni internazionali), MFE (Movimento federalista europeo), AISGU (Associazione italiana giovani per l’UNESCO) e Libera, le quali organizzano conferenze ed incontri all’interno della sede, ma interagiscono anche con altre realtà della città, come il festival di èStoria e gli Incontri per la Cultura Mitteleuropea (ICM), oltre a collaborazioni con le istituzioni locali.

Ad oggi continua ad essere riconosciuta l’eccellenza del SID secondo i parametri nazionali, ma la situazione non è rosea. Da diversi anni Gorizia ha perso l’esclusiva, avendo visto nascere altri corsi affini lungo lo Stivale e soprattutto dovendo adeguarsi al passaggio dal corso di laurea quadriennale al “3+2”. Attualmente, infatti, è solo il corso triennale a preservare il nome di Scienze Internazionali e Diplomatiche, mentre il biennio magistrale ha preso il nome di Diplomazia e Cooperazione Internazionale. Se già il primo vede una sempre maggiore diminuzione di domande d’iscrizione, tanto da far avanzare posti nonostante il numero chiuso, con il passaggio alla magistrale si verifica un vero e proprio esodo, non compensato dall’arrivo di studenti da altri atenei.

Inoltre, i costanti tagli di bilancio da parte del Ministero e l’ottica sempre più accentrativa del Dipartimento di Scienze Politiche e Sociali di Trieste, da cui il SID dipende, riducono sempre più la possibilità di rilanciare la competitività dei corsi. Un segno drastico è stato nel 2016 la chiusura da parte dell’ateneo dell’Istituto di Ricerca sul Negoziato, branca complementare per la formazione alla carriera diplomatica e per la ricerca scientifica nelle relazioni internazionali dopo 9 anni di fiorente attività, spiazzando i soci compartecipanti Fondazione Carigo e Consorzio universitario goriziano.

A condividere una sorte simile sono anche gli altri corsi goriziani: Architettura nello stesso polo triestino, Relazioni Pubbliche e il DAMS per le sedi dell’Università di Udine. Nonostante le lusinghiere classifiche nazionali che ne riconoscono l’eccellenza della didattica, devono convivere con l’insufficienza di servizi basilari: in primis una mensa, rimpiazzata da convenzioni rinnovate a singhiozzo con alcuni enti di ristorazione della città.

A fronte di questa situazione, alcuni alumni hanno raccolto in una lettera nel dicembre 2020 alcune idee “Per un SID al passo coi tempi” per cercare di rinnovare il prestigio dell’Istituzione e fornire nuove opportunità ai futuri studenti. Le proposte sono concrete e rasenti il costo zero e prevedono: una maggiore visibilità dei siti istituzionali per consentire l’orientamento dei nuovi iscritti ed una rete con le associazioni studentesche; un rinnovo delle collaborazioni con atenei stranieri oltre il programma Erasmus, in primis con l’Università di Nova Gorica, distante solo 400 metri; la proposta di tirocini con realtà internazionali del territorio.

La veloce adesione ha dimostrato che il SID non è solo un corso di studi, ma una comunità che vuole vivere con serenità e fiducia le opportunità offerte da Gorizia e dai suoi dintorni e rendersi protagonisti attraverso i propri studi di uno scenario internazionale sempre più dinamico.

di Giampaolo Rizzo

(credits immagine: units.it)

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